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A.S.D. Cairese 1919

Loc. Vesima, 17014 Cairo Montenotte (SV)

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Loc. Vesima

17014 Cairo Montenotte (SV)

Descrizione

Vi racconto una storia centenaria


Corre l’anno 1919, quando il football, quello strano sport nato in Inghilterra e giocato con i piedi e non con le mani, arriva a Cairo Montenotte. Nonostante lo scetticismo degli abitanti, due amici savonesi, Ciarlo e Saettone, frequentatori del paese per motivi sentimentali, cercano di realizzare il loro sogno: formare a Cairo una squadra di calcio. L’iniziativa incuriosisce il giovane Benedetto Brin, soprannominato Betto, figlio di un valoroso ammiraglio, che diventerà uno dei protagonisti della storia della futura U.S.D. Cairese. Saettone e Ciarlo riescono grazie al suo aiuto a progettare l’impossibile: la prima partita di calcio a Cairo, che alcuni amici di Betto e sportivi del pallone elastico, tra cui Pietro Astesiano, Pietro Torelli, Alfredo Maia, Tirol e Nino Garassino, giocano in Piazza della Vittoria contro la Veloce. Il match seguito da una folla incuriosita finisce 5 a 0 per i savonesi, sollevando non poche proteste, che scoraggiano più d’uno nell’insistere nell’impresa. Principali problemi: i carri non possono transitare per la piazza durante le partite e qualche vetro di troppo era andato in frantumi all’Albergo Montenotte. La Cairese, però, prosegue impavida nella sua attività e in breve tempo non solo trova un nuovo luogo dove giocare (il campo degli Aneti) ma costruisce anche un campo di allenamento vicino alla piazza. Viene, inoltre, adottata una nuova divisa sociale, che il portiere Giovanni Guido suggerisce azzurra per evitare quella nera imposta dal fascismo e nasce il C.C.C., Circolo Cairese Calcio, che diventa la meta serale dei giovani del paese, quei giovani che Brin, ora diventato presidente factotum, sogna di vedere in azzurro.

Passano gli anni e la Cairese fiorisce, sempre più abitanti si appassionano al gioco del calcio e nuovi ragazzi decidono di dilettarsi in questo sport , formando la squadra che nel 1927 vince il girone circondariale di Savona del campionato U.L.I.C. Ma la successiva sconfitta di misura rimediata allo stadio Marassi di Genova contro l’Andrea Doria (l’antenata dell’attuale Sampdoria) impedisce a Passarotto e compagni di conquistare il primato regionale.


ANNI ‘30-‘40-‘50-‘60

Arrivano gli anni ’30 e la società cairese in rapida trasformazione diventa fulcro della grande industria e non sa più che farsene di una squadra di ragazzi di paese. I giocatori ormai hanno oltrepassato la trentina e l’anima della compagine, Giovanni Guido, si trasferisce per lavoro a Savona, Benedetto Brin è costretto a rassegnarsi. Altri cercano di prendere il suo posto, come il parroco don Savio, che nel 1937 fonda l’Aurora, una squadra parrocchiale con l’obiettivo mirato alla maturazione morale ed agonistica dei giovani del paese. Ma il sogno di Brin diventa realtà solo con Cesare Queirazza, detto Cesarin, che in breve tempo e con l’aiuto di personaggi capaci e volenterosi riesce a ricostruire la squadra che ormai sembrava essersi persa nella memoria dei cairesi. Il primo ostacolo è rappresentato dal campo, ma grazie al lavoro del segretario politico del Comune, il veterinario Borghi, che trova un accordo con la famiglia Cambiaso, l’amministrazione ha a disposizione il terreno per realizzare il campo sportivo “Capitano Pilota Bruno Mussolini” in corso Capitano Ciano, che verrà successivamente intitolato al campione degli anni ’40 Lionello Rizzo. Ora non resta che iscriversi alla Federazione Italiana Gioco Calcio, la richiesta viene mandata il 5 ottobre 1941, data che ufficializza la nascita dell’Unione Sportiva Cairese. I giocatori chiamati ad indossare la maglia (ora rossoblù) provengono non solo da Cairo, ma anche dalla riviera e dai paesi limitrofi. Queirazza vuole creare una squadra che possa competere a livello federale e riesce a mescolare i giusti ingredienti. La Cairese, infatti, fin dal suo esordio in Prima Divisione si fa notare nel panorama calcistico ligure e dopo la sospensione del campionato durante la guerra la squadra ora presieduta da Mallarino ritorna in campo con tanta grinta e voglia di fare bene. Si arriva così alla stagione 1946-47, anno in cui gli azzurri affrontano per la prima volta la prova della Serie C regionale, guadagnandosi il soprannome di “Cairese saracinesca” per un esaltante susseguirsi di prestazioni positive scandite da una sfilza di vittorie per 3-0. Non della stessa fortuna le due stagioni successive che vedono la Cairese arretrare nel campionato di Prima Categoria.

Passano due decenni caratterizzati da alti e bassi , cambi di presidenza e di allenatori, le prestazioni di Papes e di Pierucci che insieme a giocatori locali fanno sognare i tifosi per il buon gioco e per gli ottimi risultati ottenuti tra i dilettanti, e soprattutto il lavoro di Pietro Negro (arrivato nell’era Cesarin) come direttore tecnico della squadra che grazie alle sue competenze, al suo carisma e alla sua passione riesce a mantenere ancorato il pubblico di fedeli.


ANNI ’70-‘80

Con il sopraggiungere degli anni ’70, la crisi energetica e l’abbandono di Negro portano a un periodo di numerosi mutamenti, ma la Cairese riesce a reggersi in piedi grazie all’autentica passione di un gruppo di dirigenti capaci di prestare disinteressatamente la loro opera pur di proseguire l’attività agonista. I dirigenti Artusio, Donesana, Cirio, Rebuffo, Camera, Perasso ed Esposito si alternano a mansioni più umili pur di consentire alla Cairese di esistere. Si cerca di valorizzare i giovani locali acquistando ragazzi valbormidesi trasferitasi al Savona (Campora, Caviglia, Bordino, Lambertini e Veneziano) o attingendo al settore giovanile.

Nonostante gli ottimi risultati di questi anni, i tempi gialloblu sono ormai maturi e lasciano il posto al tornado Cesare Brin, che diventa presidente nel 1977. Un personaggio importante non solo per la Cairese, ma anche per tutto il mondo del calcio dilettantistico grazie alla sua straordinaria dialettica, la moderna ricerca del consenso di massa, la prepotenza tipica del predestinato alla vittoria. Con lui la cronaca calcistica si confonde con la quella sociale, nei bar si parla sempre e solo di Cairese, millecinquecento sono in media gli spettatori che assistano alle partite casalinghe e grazie a lui la Cairese riesce a risalire dall’anonima Prima Categoria alla Serie C. Protagonisti principali di questa cavalcata sono il bomber Antonio Marcolini, il leader Miro Zunino, il regista Giovanni Ottonello e la bandiera Mario Bertone, l’unico in quella squadra ad aver vissuto per intero l’esperienza dal calcio dilettantistico a quello professionistico.

Sport e discipline

Calcio

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A.S.D. Cairese 1919 si trova in Loc. Vesima, 17014 Cairo Montenotte (SV).

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A.S.D. Cairese 1919 è stata fondata nel 1919.

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