Gestione bar circolo ARCI: tutto quello che devi sapere
Se hai un’associazione sportiva dilettantistica (ASD) o un circolo culturale affiliato ad ARCI, probabilmente ti sei chiesto se sia possibile gestire un bar all’interno della tua sede. La risposta è sì, ma con alcune regole precise da rispettare. Il bar di un circolo ARCI non è un’attività commerciale come un normale locale, ma una somministrazione riservata ai soci. E proprio questa differenza comporta alcune agevolazioni ma anche obblighi specifici.
In questa guida vediamo cosa serve per aprire e gestire un bar in un circolo ARCI, quali sono i costi di affiliazione, cosa si può vendere e chi può accedere ai servizi del circolo.
Come funziona la gestione di un bar in un circolo ARCI?
Differenza tra bar commerciale e circolo privato
Un circolo ARCI non è un esercizio pubblico, quindi non segue le stesse regole di un bar tradizionale. Il servizio di somministrazione di cibi e bevande è rivolto esclusivamente ai soci e non a clienti generici. Questo significa che:
- Per accedere al bar del circolo, è necessario essere tesserati ARCI.
- Il circolo non può pubblicizzare l’attività di somministrazione come farebbe un normale bar.
- Non è possibile avere un listino prezzi esposto pubblicamente come nei locali commerciali.
Se da un lato questa restrizione limita l’accesso, dall’altro offre vantaggi fiscali e gestionali rispetto ai bar tradizionali.
Quali permessi servono per aprire un bar in un circolo?
Anche se si tratta di una somministrazione privata, la gestione di un bar in un circolo ARCI richiede il rispetto di alcune normative. Ecco i passaggi principali:
- Affiliazione ad ARCI: il circolo deve essere regolarmente affiliato per poter godere delle agevolazioni.
- Dichiarazione al Comune: bisogna inviare una comunicazione di avvio attività (SCIA) allo sportello SUAP del proprio Comune.
- Rispetto delle norme igienico-sanitarie: il locale deve essere in regola con le normative HACCP per la somministrazione di cibi e bevande.
- Registro degli incassi e rendicontazione: è fondamentale mantenere una gestione trasparente delle entrate e uscite. (Puoi gestire facilmente questi aspetti con il nostro strumento dedicato).
Questi requisiti variano da Comune a Comune, quindi è sempre consigliato consultare il regolamento locale per evitare problemi.
Quanto costa affiliarsi ad ARCI?
Uno dei primi passi per chi vuole gestire un bar all’interno di un circolo è l’affiliazione ad ARCI. Senza questa, infatti, non si può aprire un circolo ARCI, né accedere ai vantaggi riservati alle associazioni. Ma quanto costa affiliarsi?
Partiamo da un concetto: l’affiliazione non è gratuita, ma è un investimento che permette di ottenere agevolazioni fiscali e normative. Il costo varia in base al numero di soci e alla tipologia del circolo, ma in media si aggira tra i 300 e i 500 euro all’anno.
Oltre alla quota di affiliazione, ogni socio deve versare la quota di tesseramento per ottenere la tessera ARCI, che dà diritto all’accesso ai circoli e ai servizi offerti. Il costo della tessera varia (spesso tra 10 e 20 euro a persona) ed è una delle entrate principali per il circolo.
Per chi gestisce un’associazione sportiva dilettantistica (ASD), è fondamentale valutare questi costi nel bilancio annuale. Se hai bisogno di uno strumento per gestire il bilancio della tua ASD in modo chiaro e strutturato, puoi farlo con questo tool.
Cosa può vendere un circolo ARCI?
Ed eccoci a una delle domande più gettonate: cosa si può vendere in un bar di un circolo ARCI? Perché sì, avere un bar interno può essere un’ottima opportunità per creare un punto di ritrovo per i soci e raccogliere fondi per il circolo, ma ci sono alcune regole da seguire.
Somministrazione di cibo e bevande: ecco le regole
Un circolo ARCI può somministrare cibo e bevande ai propri soci, ma con alcune limitazioni:
- Il servizio è riservato esclusivamente ai tesserati.
- Non si può fare pubblicità al bar come un locale commerciale.
- I prezzi non devono essere esposti pubblicamente, ma solo all’interno del circolo.
Se il circolo vuole organizzare eventi con cibo e bevande per ospiti non tesserati, è necessario richiedere un’autorizzazione temporanea al Comune.
Vendita di alcolici: attenzione ai limiti
La vendita di alcolici è consentita, ma serve una licenza per la somministrazione di bevande alcoliche (da richiedere al Comune). Inoltre, vale sempre il divieto di vendita ai minori di 18 anni.
💡 Molti circoli scelgono di puntare su prodotti locali o artigianali per valorizzare il territorio e differenziarsi dai bar tradizionali. Se stai pensando di aprire un bar nel tuo circolo, valuta questa opzione!
Posso entrare in un circolo ARCI senza tessera?
Domanda classica. La risposta è no, non si può. I circoli ARCI non sono locali pubblici, ma spazi riservati ai soci. Questo significa che per entrare e usufruire dei servizi (bar compreso) è obbligatorio essere tesserati.
E qui nasce l’equivoco più comune: ma se un mio amico vuole venire a bere una birra al circolo con me? Deve per forza fare la tessera?
Sì, o almeno nella maggior parte dei casi. Alcuni circoli prevedono la possibilità di far accedere ospiti occasionali, ma solo per eventi specifici e previa registrazione. Non si tratta di una formalità, ma di una regola che tutela la natura associativa del circolo.
Se hai un circolo e vuoi ampliare la base di soci, può avere senso strutturare una strategia di tesseramento più chiara e accessibile. Qualcosa che permetta alle persone di capire da subito perché vale la pena associarsi, invece di vederla solo come un obbligo per entrare.
Aprire un bar come associazione culturale o ASD
Se hai una ASD o un’associazione culturale e vuoi aprire un bar, ci sono alcune cose che devi sapere.
La prima è che un’associazione non può fare attività commerciale in modo sistematico. Il bar, quindi, non può essere una fonte di guadagno come lo sarebbe per un normale locale, ma un servizio destinato esclusivamente ai soci.
Cosa significa nella pratica?
- Le entrate del bar devono rientrare nelle finalità dell’associazione e non devono superare certi limiti, altrimenti si rischia di perdere lo status di ente non commerciale.
- Il bar non può essere aperto al pubblico e non può fare concorrenza ai locali commerciali della zona.
- Se un’associazione vuole somministrare cibi e bevande regolarmente, serve una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e bisogna rispettare le normative sanitarie.
Aprire un bar all’interno di un’associazione può essere un’ottima opportunità, ma bisogna farlo con criterio. Una gestione approssimativa può portare problemi fiscali e sanzioni, quindi serve avere tutto sotto controllo. Se nella tua ASD vuoi strutturare meglio la gestione economica, puoi farlo con strumenti dedicati come questo.
Conclusione
Un bar in un circolo ARCI può essere molto più di un semplice servizio: può diventare un punto di riferimento per la comunità, un luogo di aggregazione e uno strumento per sostenere le attività dell’associazione.
Per farlo bene servono due cose: conoscere le regole e gestire tutto con la giusta trasparenza. Le opportunità ci sono, ma vanno sfruttate nel modo corretto.
Se hai già un circolo o stai pensando di aprirne uno, la cosa più importante è avere chiaro il quadro normativo ed evitare passi falsi. In fondo, gestire un’associazione significa anche questo: trovare il giusto equilibrio tra ciò che si può fare e ciò che è sostenibile nel lungo periodo.