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Introduzione
L’esenzione IMU rappresenta un tema di grande interesse per le associazioni sportive dilettantistiche (ASD), ma non sempre è garantita. Per accedere a questa agevolazione, è necessario soddisfare precise condizioni, sia in termini di attività svolte sia di utilizzo dell’immobile.
Le condizioni per l’esenzione IMU delle ASD
Le ASD possono beneficiare dell’esenzione IMU se utilizzano gli immobili esclusivamente per attività sportive dilettantistiche e senza scopo di lucro. Questo significa che l’attività svolta non deve generare alcun tipo di reddito commerciale o, se presente, deve essere marginale rispetto all’uso non lucrativo.
Ad esempio, un campo sportivo utilizzato esclusivamente per allenamenti e partite dilettantistiche potrebbe rientrare nei criteri di esenzione, ma se lo stesso campo viene affittato regolarmente per eventi privati o attività commerciali, potrebbe perdere questo diritto.
Esempi concreti di utilizzo conforme
Per chiarire ulteriormente, ecco alcune situazioni tipiche in cui un’ASD può richiedere l’esenzione:
- Palestre e campi sportivi utilizzati esclusivamente da soci tesserati per attività dilettantistiche.
- Sale riunioni o spazi dedicati a corsi e workshop gratuiti per promuovere lo sport tra i giovani.
- Immobili utilizzati per eventi o tornei senza scopo di lucro, destinati alla raccolta fondi per la stessa associazione.
Questi esempi evidenziano come l’uso dell’immobile debba essere strettamente collegato agli obiettivi sociali e sportivi dell’ASD, senza generare profitti per scopi personali o commerciali.
Quando l’esenzione non si applica
Non sempre le ASD e SSD possono beneficiare dell’esenzione IMU. Il caso degli immobili appartenenti alla categoria catastale D/6 (strutture sportive coperte e non coperte) è emblematico. Questi fabbricati, stando all’ordinanza Corte di Cassazione n. 17714 del 26 giugno 2024, sono soggetti a IMU in quanto la categoria catastale comporta il fine di lucro a prescindere dalla natura non commerciale delle attività effettivamente svolte.
Nel caso analizzato, la società sportiva aveva utilizzato l’immobile per scopi non commerciali, avendo dunque tecnicamente diritto all’esenzione. La sentenza ha però dato ragione al comune deliberando che l’SSD era tenuta a pagare l’IMU. L’immobile potendo essere usato per fini commerciali presupponeva che queste avvenissero e di conseguenza la società doveva pagare la tassa.
Casi particolari di esclusione
Ci sono situazioni specifiche in cui l’esenzione IMU è esclusa:
- Immobili utilizzati per attività commerciali prevalenti rispetto alle attività dilettantistiche.
- Spazi affittati regolarmente a soggetti esterni all’associazione.
- Strutture con modalità di gestione che non rispettano la trasparenza e la rendicontazione necessaria per gli enti non lucrativi.
Il caso della Corte di Cassazione sottolinea l’importanza di una gestione rigorosa e di un utilizzo conforme degli immobili per non perdere il diritto all’esenzione.
Come le ASD possono dimostrare il diritto all’esenzione
Per ottenere l’esenzione IMU, le ASD devono fornire documentazione chiara e dettagliata, dimostrando che l’immobile è destinato esclusivamente a finalità dilettantistiche e non lucrative. Questo include la presentazione dello statuto dell’associazione, dei bilanci trasparenti e di una dichiarazione che attesti l’uso dell’immobile.
Gli enti locali possono richiedere controlli aggiuntivi, soprattutto in situazioni in cui l’utilizzo dell’immobile non è chiaramente definito. È quindi fondamentale per le ASD monitorare attentamente l’uso degli immobili e assicurarsi che sia conforme ai requisiti richiesti.
Conclusione
Le associazioni sportive dilettantistiche possono beneficiare dell’esenzione IMU, ma non in tutti i casi. La chiave è rispettare rigorosamente i criteri normativi, dimostrando che l’attività svolta è senza scopo di lucro e che l’immobile è destinato esclusivamente a finalità sportive dilettantistiche. Una gestione attenta e trasparente può fare la differenza nel garantire il diritto a questa agevolazione fiscale.
