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Ripresa sport post Covid: cosa è successo nel 2023

Introduzione

Sembrava che il Covid avesse lasciato dietro di sé un deserto, in particolare nel mondo dello sport. Palestre vuote, campi silenziosi, squadre dimezzate. E invece… nel 2023 l’Italia ha registrato il numero più alto di sempre di persone che fanno sport in maniera continuativa: 16,2 milioni. Un dato che, sinceramente, non ci aspettavamo. Non perché non credessimo nel valore dello sport, ma perché ci portavamo dietro anni difficili, con una ripartenza che per molti sembrava lenta e faticosa. Invece no. È successo qualcosa. Qualcosa che, se lavori in una società sportiva, forse hai visto anche tu: famiglie di nuovo presenti, ragazzi più coinvolti, una voglia di rimettersi in gioco che non vedevamo da tempo. E allora ci siamo chiesti: cosa c’è dietro questo boom? E soprattutto… siamo pronti a reggerlo?

Un anno da record, ma nessuno se lo aspettava

Nel mondo dello sport ci si era preparati al peggio: calo delle iscrizioni, budget ridotti, disaffezione. E invece i numeri del 2023 raccontano una storia diversa. Non solo è tornata la partecipazione, ma è tornata più forte. La pratica sportiva continuativa ha raggiunto livelli mai toccati prima, con una crescita che ha coinvolto tutte le fasce d’età, dai giovanissimi agli over 50. A trainare, ovviamente, sono state le associazioni sportive dilettantistiche: quelle che ogni giorno, sul campo, tengono insieme bambini, tecnici, genitori e volontari. Quello che ci ha colpito è che questo boom non è frutto del caso. È il risultato di una resilienza incredibile. Chi lavora nello sport di base sa quanto è stato difficile tenere accesa la fiamma durante la pandemia. E adesso, con tutto che sembra ripartito, vediamo il frutto di quel lavoro silenzioso fatto in anni complicati.

I dati non mentono (e li puoi leggere anche tu qui)

Se vuoi leggere con i tuoi occhi, ecco il link al documento completo: Rapporto Sport 2024. Dentro ci sono 88 pagine di dati, grafici e considerazioni. Ma se non hai tempo di leggertele tutte, proviamo a riassumerti qui i punti più importanti. Nel 2023, 23 milioni di italiani hanno praticato sport in modo continuativo o saltuario. Ma il dato più forte è questo: sono 16,2 milioni quelli che lo fanno in maniera continuativa, con costanza, e soprattutto con un’intenzione precisa (non “ogni tanto”, ma “ci vado ogni settimana”). Mai così tanti nella storia delle rilevazioni Istat.

C’è un altro dato che secondo noi fa riflettere: tra i 6 e i 17 anni oltre il 50% pratica sport in modo regolare, e se ci concentriamo sui 6-14enni, 2 su 3 sono tesserati. Questo significa che il mondo sportivo strutturato — quello fatto di società, tesseramenti, allenamenti veri — è tornato al centro della vita di tantissimi ragazzi e famiglie. E se pensiamo che nel 2020 era tutto fermo… beh, sembra quasi un miracolo. In più, il 40% dei ragazzi ha dichiarato che lo sport è anche un modo per “socializzare e divertirsi”. Non solo agonismo, ma relazioni, amicizie, gruppo.

Non è tutto perfetto eh: il divario territoriale resta (il Sud è ancora in difficoltà), le donne praticano meno sport degli uomini, e la fascia 18–34 anni ha una flessione preoccupante. Però nel complesso la fotografia è chiara: il ritorno allo sport c’è stato, è reale, ed è stato più forte delle previsioni. Ora la vera domanda è: riusciamo a mantenerlo? Riusciamo a costruire intorno a questi numeri delle strutture stabili, degli impianti accessibili, dei percorsi di crescita per gli atleti e per i tecnici? Perché se i numeri sono solo una parentesi… allora rischiamo di perderci l’occasione più grande degli ultimi 10 anni.

Chi ha trainato la crescita dello sport post covid?

Dietro i numeri ci sono le persone. E se guardiamo bene, scopriamo che la crescita della pratica sportiva è stata spinta soprattutto dai giovani e dalle donne. Due categorie che spesso, in passato, sono state messe in secondo piano. Ma non solo. Ci sono migliaia di associazioni sportive che si sono reinventate, hanno aperto nuovi corsi, migliorato la comunicazione, coinvolto le scuole, portato avanti iniziative sul territorio. Alcune hanno iniziato a usare strumenti digitali per gestire meglio i tesseramenti, le presenze, gli eventi. Altre hanno semplicemente deciso di non mollare. E oggi si ritrovano con un numero di atleti mai visto. È un dato che fa riflettere: forse non serve sempre inventarsi qualcosa di nuovo, basta fare bene quello che già si fa, ma con più consapevolezza. E con più cura.

Cosa c’è dietro questi numeri?

Una delle cose che più mi ha colpito parlando con società e dirigenti è che la motivazione delle persone è cambiata. O meglio: è diventata più profonda. Dopo due anni in cui ci è stato impedito di muoverci, di stare insieme, di competere, lo sport è tornato ad essere molto più di un’attività fisica. È diventato un’esigenza. Un bisogno reale di ritrovare relazioni, di sentirsi parte di un gruppo, di dare un ritmo alle proprie settimane. Per tanti ragazzi, soprattutto, lo sport è stato la chiave per uscire da momenti difficili. Ed è qui che le società sportive hanno fatto (e continuano a fare) la differenza. Offrendo spazi sicuri, stimolanti, pieni di energia positiva. Ecco perché quei 16 milioni di sportivi non mi sembrano un picco temporaneo. Sembrano, piuttosto, l’inizio di una nuova normalità.

Quali sono le sfide ora?

Ok, i numeri sono ottimi. Ma non possiamo sederci. La crescita della partecipazione va sostenuta con impianti adeguati, formazione continua degli istruttori, risorse economiche certe. E invece, spesso, ci troviamo ancora con palestre scolastiche inaccessibili, bandi poco chiari, fondi che non arrivano o arrivano tardi. E la sensazione è che le associazioni vengano lasciate un po’ sole a gestire tutto questo entusiasmo ritrovato. Ecco, io credo che la vera sfida dei prossimi anni sarà questa: trasformare l’onda della ripartenza in una struttura stabile, che non si affloscia alla prima difficoltà. Serve visione, collaborazione tra enti, supporto concreto alle ASD. Perché se è vero che il 2023 è stato un anno record… allora meritiamo che lo sia anche il 2024.

Conclusione

Il ritorno allo sport dopo il Covid è stato più forte di quanto ci aspettassimo. Ma non è successo per caso. È successo grazie a chi, ogni giorno, lavora nei club, nelle palestre, nei centri sportivi. Grazie a chi ha continuato a crederci, anche quando sembrava tutto fermo. E adesso, che siamo di nuovo in corsa, non possiamo permetterci di perdere slancio. Se anche tu nella tua società hai visto questo cambiamento, faccelo sapere. Ci interessa sapere come l’hai vissuto, quali problemi hai incontrato e cosa ti aspetti dal futuro. Perché i dati sono importanti, sì. Ma le storie vere lo sono ancora di più.

Sommario

Altre risorse utili

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