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Social Bonus terzo settore: cos’è e come funziona

social bonus terzo settore
Sommario

Introduzione

Il Social Bonus è un’importante agevolazione introdotta dalla riforma del Terzo Settore (Decreto Legislativo 3 luglio 2017, n. 117), pensata per incentivare le donazioni a favore di progetti promossi da Enti del Terzo Settore (ETS). Questa misura fiscale permette ai donatori di ottenere significativi benefici fiscali. Vediamo come funziona, chi può beneficiarne e quali sono i requisiti necessari.

Che cos’è il Social Bonus?

Il Social Bonus è un incentivo fiscale previsto dall’articolo 81 del Codice del Terzo Settore, che mira a favorire le donazioni da parte di privati e imprese a favore di progetti sociali legati al recupero e alla riqualificazione di beni immobili pubblici. In particolare, questi immobili includono beni confiscati alla criminalità organizzata o inutilizzati da enti pubblici, che possono essere trasformati in risorse utili per la collettività.

Il recupero di questi beni, spesso abbandonati o in stato di degrado, consente di restituirli alla comunità con una nuova destinazione d’uso: strutture per l’assistenza sociale, centri per l’inclusione, spazi per attività culturali o ricreative. L’obiettivo finale è di favorire lo sviluppo di attività di utilità sociale che migliorano la qualità della vita nelle comunità locali. Il contributo dei donatori diventa quindi essenziale per avviare e sostenere tali progetti, rendendo la partecipazione al Social Bonus una forma concreta di responsabilità sociale.

Chi può accedere al Social Bonus?

Il bonus è accessibile a due categorie principali:

  1. Enti del Terzo Settore (ETS), che presentano progetti per il recupero di beni immobili inutilizzati o confiscati. Gli ETS possono includere associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato e cooperative sociali, che abbiano già ottenuto la qualifica di ETS e che operino in settori di interesse generale.
  2. Donatori, ossia persone fisiche, imprese e altri enti, che decidono di finanziare progetti sociali. I donatori beneficiano delle agevolazioni fiscali previste, ottenendo un risparmio significativo sulle imposte.

Gli ETS che desiderano accedere al Social Bonus devono presentare un progetto dettagliato che includa non solo il piano di recupero del bene, ma anche la destinazione d’uso a fini sociali. Il progetto deve essere presentato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ne valuta l’idoneità e la conformità agli obiettivi della riforma del Terzo Settore.

Una volta che il progetto è approvato, l’ETS può lanciare una campagna di raccolta fondi e cercare donatori disposti a contribuire. Questi ultimi beneficeranno dei vantaggi fiscali previsti, incentivando così ulteriormente le donazioni.

Benefici fiscali per i donatori

Uno dei principali motivi di interesse per il Social Bonus è rappresentato dalle agevolazioni fiscali per i donatori, che variano in base alla tipologia di contribuente:

  • Le persone fisiche possono beneficiare di una detrazione dall’IRPEF pari al 65% dell’importo donato. Questo significa che su una donazione di 10.000 euro, ad esempio, il donatore potrà detrarre 6.500 euro dalle imposte.
  • Le imprese e gli altri enti possono beneficiare di una deduzione dall’IRES del 50% delle somme donate. Anche in questo caso, vi è un vantaggio fiscale importante per chi decide di sostenere progetti sociali.

Le agevolazioni sono applicabili fino a un massimo del 15% del reddito complessivo dichiarato dal donatore, sia per le persone fisiche che per le aziende. Questo meccanismo rende il Social Bonus uno strumento efficace per incoraggiare le donazioni, fornendo un incentivo tangibile a coloro che scelgono di investire in iniziative a impatto sociale.

Requisiti e modalità di accesso al social bonus del terzo settore

Per ottenere il Social Bonus, gli Enti del Terzo Settore devono presentare progetti dettagliati che prevedano il recupero di beni immobili. Tali progetti devono essere approvati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Una volta ottenuta l’approvazione, possono avviare una raccolta fondi per finanziare il progetto. Il Decreto del Ministero del Lavoro del 7 dicembre 2021 ha definito i criteri di selezione per questi progetti.

Esempi di progetti ammessi

Uno degli aspetti più interessanti del Social Bonus è la varietà di progetti che possono essere approvati e finanziati. Un esempio pratico riguarda i cinque progetti ammessi nel corso del 2022, che hanno visto la riqualificazione di immobili confiscati alla criminalità organizzata in diverse regioni d’Italia. Questi beni, una volta recuperati, sono stati destinati a finalità sociali come l’accoglienza di persone in difficoltà, spazi per l’inclusione di soggetti svantaggiati e la creazione di strutture per attività culturali.

Questi primi progetti rappresentano solo un inizio, ma mostrano chiaramente il potenziale del Bonus per trasformare beni abbandonati o inutilizzati in risorse preziose per le comunità locali. L’impatto sociale di questi interventi può essere notevole, soprattutto in aree che soffrono di degrado urbano o mancanza di strutture per attività sociali e ricreative.

Conclusione

Il Social Bonus offre un’importante opportunità per recuperare immobili a fini sociali, fornendo al tempo stesso incentivi fiscali per le donazioni. Grazie al quadro normativo introdotto dalla riforma del Terzo Settore, cittadini e aziende possono contribuire al miglioramento delle comunità locali, con benefici fiscali che rendono il contributo ancora più conveniente.

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