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Casi studio: esperienze pratiche di safeguarding nelle ASD

Approfondimento sui codici etici che le Associazioni Sportive Dilettantistiche dovrebbero adottare per garantire la sicurezza e il benessere dei minori

Abstract

Il presente studio analizza le esperienze positive di safeguarding adottate dalle ASD, SSD e APS italiane, evidenziando le buone pratiche che contribuiscono a creare ambienti sportivi più sicuri, inclusivi e rispettosi. Attraverso esempi concreti di formazione del personale, politiche etiche, spazi di ascolto, coinvolgimento della comunità, controlli trasparenti e strategie digitali, si sottolinea l’importanza di un approccio integrato e collaborativo. La diffusione di queste pratiche rappresenta un passo fondamentale per rafforzare la cultura della tutela nel settore dilettantistico, promuovendo il benessere di atleti, volontari e famiglie e garantendo un contesto sportivo più responsabile e sostenibile.

Parole chiave: safeguarding, buone pratiche, ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche)


 

Un’analisi delle buone pratiche di safeguarding nelle ASD: esperienze positive e modelli di successo

Nel panorama delle Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD), la tutela e la sicurezza di atleti, volontari e tutte le persone coinvolte rappresentano un elemento fondamentale per garantire un ambiente sano, inclusivo e rispettoso dei diritti di ciascuno. Negli ultimi anni, la crescente attenzione verso le tematiche di safeguarding ha portato le ASD, SSD, APS a sviluppare e implementare strategie e pratiche volte a prevenire ogni forma di abuso, discriminazione o maltrattamento. Questi sforzi non solo rafforzano la credibilità e la reputazione delle associazioni, ma creano anche un contesto in cui tutti possono esprimersi, crescere e partecipare in sicurezza. Personalmente, credo che investire nella tutela e nella formazione sia un atto di responsabilità che arricchisce non solo l’ambiente sportivo, ma anche la comunità nel suo insieme. La varietà di approcci adottati testimonia come, anche in realtà di piccole o medie dimensioni, sia possibile creare un sistema efficace di tutela attraverso buone pratiche condivise e innovative. In questo articolo, si analizzano due casi studio di successo, offrendo spunti concreti e modelli di riferimento per altre ASD che desiderano rafforzare il proprio sistema di safeguarding. La riflessione su queste esperienze permette di evidenziare come la prevenzione, la formazione, la trasparenza e il coinvolgimento attivo siano elementi chiave per costruire un ambiente sportivo sicuro e rispettoso. Ricordiamoci sempre che ogni piccolo passo verso una cultura della tutela contribuisce a costruire un mondo sportivo più giusto e solidale.

Caso studio 1: la Polisportiva di Castello di Brianza – implementazione di un sistema di safeguarding integrato

La Polisportiva di Castello di Brianza ha avviato nel luglio del 2024 un percorso di rafforzamento delle pratiche di safeguarding, coinvolgendo atleti, genitori, staff e volontari. Sono stati creati un Comitato di tutela con membri formati e corsi obbligatori per il personale, focalizzati su normative, comunicazione e riconoscimento di segnali di disagio. La comunicazione interna è stata rafforzata con policy di trasparenza e canali anonimi di segnalazione. Sono stati inoltre istituiti incontri periodici di ascolto e confronto per favorire fiducia e partecipazione. La valutazione delle pratiche, attraverso questionari e feedback, permette di monitorare e migliorare continuamente il sistema. L’esperienza dimostra che un approccio integrato, basato su formazione, trasparenza e coinvolgimento, può creare un ambiente più sicuro e accogliente.

Caso studio 2: la APS “Arcadia Lab” – promuovere la cultura del rispetto e della prevenzione

L’Associazione Paralimpica Sportiva “Arcadia Lab” si focalizza sulla promozione di una cultura del rispetto e della prevenzione come pilastri fondamentali del suo sistema di safeguarding. Fin dalla sua fondazione, ha riconosciuto l’importanza dell’inclusione e della sensibilizzazione per evitare rischi e discriminazioni, sviluppando un programma di formazione per staff e volontari su tematiche di rispetto, diversità e gestione dei conflitti. Tra le buone pratiche adottate, vi è l’implementazione di un codice etico condiviso, firmato da tutti i membri, e l’organizzazione di incontri di formazione continua come workshop e team building per rafforzare il senso di comunità. È stato istituito anche uno “Spazio di ascolto” gestito da un professionista esterno, che permette a atleti, familiari e staff di segnalare in modo confidenziale criticità e difficoltà. Questi strumenti, insieme a una gestione attenta delle relazioni e alla trasparenza, contribuiscono a prevenire rischi e a intervenire tempestivamente quando necessario.

Caso studio 3: implementazione delle politiche safeguarding nel Circuito Internazionale di Aprilia

Il Circuito Internazionale di Aprilia SSD, noto per ospitare eventi motoristici di livello internazionale, ha deciso di rafforzare le proprie politiche di safeguarding per garantire un ambiente sicuro e inclusivo per tutti i partecipanti, spettatori e staff. L’obiettivo era prevenire abusi, discriminazioni e comportamenti inappropriati durante gli eventi. A fine 2024, con il Circuito Internazionale di Aprilia SSD, abbiamo adottato un piano strategico basato sulle linee guida globali di safeguarding, che include formazione obbligatoria per il personale, un canale di segnalazione anonimo e un comitato di tutela. Sono stati implementati protocolli per gestire le segnalazioni e proteggere le vittime. Grazie a queste iniziative, sono state gestite con successo diverse segnalazioni in modo riservato e professionale, migliorando la reputazione del circuito e rafforzando la fiducia di partecipanti e sponsor. La partecipazione agli eventi è aumentata del 15%, dimostrando un ambiente più sicuro e inclusivo. Queste politiche hanno consolidato il ruolo di leadership del circuito nel settore, evidenziando l’importanza della tutela dei diritti e del benessere di tutti i soggetti coinvolti per il successo a lungo termine.

Considerazioni finali

Le esperienze di successo illustrano come possano adottare pratiche efficaci di safeguarding, adattandole alle proprie specificità e necessità. La chiave del successo risiede nell’adozione di un approccio integrato, che combina formazione, trasparenza, partecipazione e ascolto attivo. Investire nel safeguarding non significa solo rispettare normative, ma creare una cultura di rispetto, fiducia e responsabilità condivisa, fondamentale per lo sviluppo di ambienti sportivi sani e inclusivi. Questi casi studio offrono spunti concreti e modelli replicabili, auspicando che sempre più associazioni si impegnino a costruire pratiche di tutela che proteggano e valorizzino tutte le persone coinvolte nel mondo dello sport dilettantistico.

Dott. ssa Gloria Rossi

Consulente Pedagogico Familiare e Giuridico
Esperta in Safeguarding e Responsabile Contro Abusi, Violenze e Discriminazioni
Criminologa Esperta in Tutela Minori

Phone – 379. 2072241
Website – oltrelasperanza.blogspot.com

Sommario

Altre risorse utili

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