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Codice di condotta e regole interne: come strutturare un sistema di prevenzione efficace

Abstract

Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive (SSD) sono ambienti formativi che necessitano di strumenti concreti per proteggere i minori e prevenire comportamenti lesivi. Questo articolo offre una guida operativa per gestire segnalazioni interne, costruire codici di condotta efficaci e promuovere una cultura organizzativa basata sul rispetto e sulla prevenzione. Attraverso un caso reale, analizziamo la procedura A-B-C, le norme di riferimento e le buone pratiche che ogni struttura può adottare.


 

Ogni contesto sportivo racchiude un potenziale educativo straordinario, ma anche un rischio silenzioso: la sottovalutazione di comportamenti lesivi, che se non riconosciuti e gestiti tempestivamente possono evolvere in abusi, emarginazione o danni relazionali permanenti. I luoghi dello sport, dove si insegna il rispetto delle regole, devono essere anche spazi dove le regole proteggono davvero chi le abita. Una battuta sarcastica ripetuta nel tempo, un gesto invadente non arginato, una dinamica di gruppo che esclude o umilia: sono tutti esempi di micro-esperienze che, se ignorate, costruiscono una cultura del non detto.

In assenza di un codice interno e di una procedura concreta di segnalazione, le ASD e SSD rischiano di diventare ambienti vulnerabili, dove la confusione tra disciplina e abuso prende forma.
Il problema non è solo la presenza del fatto ma l’assenza della risposta strutturata. In mancanza di un referente safeguarding, di linee guida operative e di una cultura del rispetto condivisa, ogni episodio critico può degenerare — provocando danno emotivo al minore, tensione all’interno dell’équipe e perfino rischi reputazionali e legali per l’associazione.

Serve un sistema che non si attiva solo “dopo”, ma che esiste prima, che previene, osserva, ascolta e interviene con competenza. Costruire un protocollo significa trasformare la tutela in azione, e la tutela non è mai un gesto debole — è il segnale più alto di forza etica.

In ogni ASD e SSD, può verificarsi un episodio critico: una parola fuori luogo, un gesto ambiguo, un comportamento non supervisionato. Il problema non è solo la presenza del rischio, ma l’assenza di una risposta strutturata. Senza procedure, ogni evento diventa vulnerabile e può degenerare in incomprensione, abbandono o danno reputazionale.

Normative di riferimento

Le segnalazioni e gli interventi tutelativi nelle ASD e SSD si fondano sul Regolamento UE 679/2016 (GDPR) per il trattamento dei dati personali, sulla Legge 4/2013 per il riconoscimento delle competenze professionali educative, e sulle Policy Nazionali Safeguarding CONI che garantiscono ambienti sportivi sicuri, inclusivi e privi di abusi.

  • Regolamento UE 679/2016 (GDPR) – Tutela dei dati sensibili
  • Codice di Condotta Sportiva Nazionale – Coni/MIUR
  • Linee guida Ministeriali per la Protezione dei Minori in contesti educativi e ricreativi
  • Legge 4/2013 – Attività professionali non ordinistiche (pedagogisti, safeguarding officer)

Un caso reale illustrativo che ho gestito nel 2024

Nel settembre 2024, durante un campus multisport, un minore con diagnosi neurocomportamentale entra in infermeria con un altro compagno, senza supervisione adulta.

Il gesto confuso e improvviso genera una segnalazione qualificata come “molestia” nei report sociali. L’ASD di riferimento attiva una safeguarding interna, esamina il contesto, redige una nota tecnica e struttura un protocollo per il reinserimento del minore. Nessun danno clinico rilevato, ma grande impatto relazionale. Il supporto professionale ha permesso di evitare l’esclusione, proteggere il ragazzo e la reputazione dell’ente.

Esempio di procedura A – B – C

A – Ascolta e annota: raccogli la segnalazione, verbalizza i fatti con rispetto e senza interpretazioni.

B – Blocca e proteggi: attiva le misure di contenimento e tutela del minore o dei soggetti coinvolti.

C – Comunica e coordina: coinvolgi il referente safeguarding, avvia il protocollo interno, informa eventuali enti esterni.

Pareri e consigli pratici

  • Ogni ASD deve designare una figura safeguarding con formazione educativa e tutela minorile
  • Il codice di condotta interno va firmato da educatori, allenatori e collaboratori
  • Predisporre schede di osservazione settimanali e strumenti di comunicazione familiare
  • Creare fascicoli di segnalazione interna, con moduli firmabili e protocollo di risposta
  • Mantenere sempre una cultura del rispetto, non del giudizio

 

“Ogni procedura che protegge non è burocrazia, ma presenza: è la scelta consapevole di non lasciar soli i più fragili, di costruire ambienti dove il rispetto non è teoria, ma prassi quotidiana. È questo il compito di chi educa: proteggere, sempre, anche quando nessuno guarda.”

Dott. ssa Gloria Rossi

Consulente Pedagogico Familiare e Giuridico
Esperta in Safeguarding e Responsabile Contro Abusi, Violenze e Discriminazioni
Criminologa Esperta in Tutela Minori

Phone – 379. 2072241
Website – oltrelasperanza.blogspot.com

Sommario

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