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Implementare politiche di safeguarding nello sport dilettantistico

Proteggere i più vulnerabili: il ruolo del safeguarding nelle ASD e SSD

Abstract

L’articolo analizza il ruolo del Safeguarding nelle ASD e SSD, evidenziando l’importanza di proteggere i minori e soggetti vulnerabili da abusi, violenze e discriminazioni nel contesto sportivo. Attraverso l’analisi normativa e l’illustrazione di un caso reale, vengono presentate le procedure operative per riconoscere e gestire situazioni di rischio. Vengono inoltre proposte strategie di prevenzione e strumenti pratici per garantire un ambiente sportivo sicuro, inclusivo e rispettoso. L’articolo offre una guida concreta per dirigenti, tecnici e operatori, fornendo spunti per migliorare le politiche di tutela e promuovere una cultura sportiva basata sulla protezione e il rispetto.

Parole chiave: tutela, prevenzione, segnalazione


 

Analisi del tema

Lo sport rappresenta uno dei contesti più significativi per la crescita individuale, la socializzazione e l’educazione ai valori. Tuttavia, mentre le ASD e SSD mirano a offrire un ambiente positivo e inclusivo, esistono rischi concreti legati ad abusi, violenze e discriminazioni.

Il safeguarding nasce proprio con l’obiettivo di garantire che ogni praticante, indipendentemente da età, genere, origine o condizione, possa svolgere attività sportiva in totale sicurezza. Non si tratta solo di prevenire episodi di abuso, ma di costruire un sistema di protezione strutturata, attraverso formazione, monitoraggio e intervento tempestivo.

Senza politiche di tutela adeguate, bambini e adolescenti possono essere esposti a condotte inadeguate, che vanno dalle pressioni psicologiche alle violenze verbali e fisiche. La creazione di un sistema efficace di segnalazione diventa essenziale per individuare precocemente le problematiche e attivare interventi mirati.

Il Safeguarding Officer, figura chiave all’interno delle ASD e SSD, ha il compito di promuovere un protocollo chiaro e accessibile, formando dirigenti, allenatori e operatori. Solo attraverso una rete solida di protezione, le associazioni sportive possono tutelare i loro iscritti e garantire un ambiente sano e rispettoso per tutti.

In Italia, il Decreto Legislativo 36/2021 e le linee guida del CONI stabiliscono l’obbligo per le ASD e SSD di adottare modelli organizzativi di tutela e nominare un Responsabile Safeguarding. Questi regolamenti impongono misure preventive per proteggere i minori e garantire un ambiente sportivo etico e sicuro.

Segnali di allarme: riconoscere e intervenire in situazioni di rischio per i minori

Caso reale illustrativo

Nel 2023, un’ASD ha ricevuto segnalazioni su comportamenti inappropriati di un allenatore nei confronti di alcuni giovani atleti. Inizialmente, i ragazzi manifestavano un calo nelle prestazioni, evitavano il contatto visivo e mostravano segni di disagio durante gli allenamenti. Grazie a un sistema di safeguarding efficace, la società ha:

  • Ascoltato le testimonianze in un ambiente protetto, garantendo riservatezza e supporto psicologico

  • Attivato il protocollo di segnalazione, informando immediatamente il Safeguarding Officer e le autorità competenti

  • Coinvolto esperti in tutela, tra cui psicologi e consulenti legali, per gestire il caso in modo professionale e offrire un percorso di recupero ai giovani coinvolti

  • Sospeso il responsabile e avviato un’indagine interna, rafforzando le politiche di prevenzione e sensibilizzando lo staff su comportamenti etici e inclusivi

Grazie a una gestione trasparente e tempestiva, l’ASD ha prevenuto ulteriori danni, ristabilito un ambiente sicuro e implementato nuove misure per migliorare la protezione degli iscritti.

Procedura operativa (A-B-C)

A – Ascoltare: creare uno spazio sicuro per accogliere segnalazioni
B – Bloccare: prendere misure immediate per garantire la protezione della vittima
C – Coinvolgere: attivare il Safeguarding Officer e le autorità competenti

Conclusioni e azioni consigliate

Investire nel safeguarding significa garantire un ambiente sportivo protetto, etico e inclusivo. La formazione continua di tecnici e dirigenti, la creazione di strumenti di segnalazione efficaci e la collaborazione con istituzioni specializzate sono azioni fondamentali per proteggere i più vulnerabili. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo costruire comunità sportive sicure e rispettose, dove ogni individuo possa crescere e praticare sport senza timori.

  • Best practices per prevenzione e tutela

  • Formazione obbligatoria per dirigenti e tecnici sul safeguarding

  • Sistema digitale per segnalazioni anonime e protezione delle vittime

  • Collaborazioni con FISDIR e altre istituzioni per promuovere inclusione e sicurezza

  • Eventi informativi per sensibilizzare atleti e famiglie sui segnali di rischio

Lo sport dovrebbe essere un luogo sicuro per tutti, dove ogni atleta, bambino o adulto, possa sentirsi libero di crescere, esprimersi e sognare senza paura. Credo profondamente che il safeguarding non sia solo un insieme di regole, ma un impegno concreto verso le persone che affidano a noi la loro fiducia.

Ogni storia di abuso evitata, ogni atleta protetto, ogni famiglia che trova supporto rappresenta una vittoria per tutta la comunità sportiva. Il cambiamento parte da ognuno di noi: avere il coraggio di intervenire, costruire spazi di rispetto e insegnare il valore della sicurezza. Sono convinta che, attraverso la sensibilizzazione e l’azione possiamo davvero fare la differenza. Insieme possiamo trasformare lo sport in un luogo di inclusione e protezione, dove nessuno sia lasciato indietro.

Contatti di riferimento

✔ CONI – Commissione tutela minori: www.coni.it
✔ FISDIR – Sport paralimpico: www.fisdir.it
✔ Telefono Azzurro – Supporto psicologico: 19696

Dott. ssa Gloria Rossi

Consulente Pedagogico Familiare e Giuridico
Esperta in Safeguarding e Responsabile Contro Abusi, Violenze e Discriminazioni
Criminologa Esperta in Tutela Minori

Phone – 379. 2072241
Website – oltrelasperanza.blogspot.com

Sommario

Altre risorse utili

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