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Nuove direttive INPS per i lavoratori sportivi: chiarimenti e implicazioni

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Sommario

Introduzione

La circolare INPS n. 88 del 31 ottobre ha suscitato un notevole interesse all’interno del mondo sportivo, poiché fornisce una guida dettagliata sulle nuove disposizioni relative agli enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché sul lavoro sportivo in base al d.lgs. 36/2021. Vediamo nel dettaglio le principali tematiche affrontate e le implicazioni di tali disposizioni.

Trattamento pensionistico per lavoratori sportivi pre-esistenti

L’articolo 35 della circolare stabilisce che i compensi erogati entro il 30 giugno 2023 ai lavoratori sportivi ex art.67 d.p.r. 917/1986 non saranno assoggettati alla nuova contribuzione previdenziale introdotta dal d.lgs. 36/2021. Tuttavia, è importante sottolineare che questa regola non si applica nel caso in cui i rapporti di lavoro siano stati riqualificati prima del 1 luglio 2023 a seguito di pronunce giudiziali definitive. Ciò ha suscitato dibattiti riguardo alle possibili implicazioni legali e alle garanzie per i lavoratori coinvolti.

Base imponibile per aliquote minori

Per quanto riguarda i lavoratori sportivi del settore dilettantistico, la circolare specifica che saranno soggetti a un’imposizione contributiva sulla parte dei compensi che supera i 5.000 euro annui. Le aliquote applicabili variano dal 24% al 25%, a seconda della copertura previdenziale.

Tuttavia, la riduzione del 50% della base imponibile fino al 31 dicembre 2027 non si applica alle aliquote aggiuntive per la tutela della maternità, malattia e disoccupazione. Questo dettaglio ha generato preoccupazioni tra i lavoratori sportivi riguardo al carico finanziario e alla protezione sociale fornita dal sistema previdenziale.

Questioni interpretative e soluzioni adottate dall’INPS

L’INPS ha adottato un’interpretazione che prevede il calcolo della contribuzione per le prestazioni non pensionistiche sulla totalità dei compensi, riducendo la base imponibile di 5.000 euro.

Tuttavia, resta ancora irrisolta la questione se i lavoratori che guadagnano meno di 5.000 euro annui abbiano diritto alle tutele assistenziali. Questione che sta generando una certa confusione e preoccupazione tra i lavoratori interessati e necessiterà di nuovi chiarimenti.

Lavoratori autonomi con Partita IVA

La circolare ha sottolineato che i lavoratori autonomi con P.IVA dovranno considerare il reddito dichiarato nel modello Unico, tenendo conto di una franchigia di 15.000 euro. Tuttavia, c’è ancora incertezza sull’impatto della riduzione del 50% dei contributi fino al 31 dicembre 2027 su un reddito così limitato. Questa situazione solleva dubbi sulla sostenibilità pensionistica per i lavoratori autonomi con P.IVA nel settore sportivo.

Restate aggiornati per ulteriori sviluppi in merito a questo importante argomento. L’INPS continua a valutare e ad adottare soluzioni interpretative che possano garantire una maggiore tutela per i lavoratori sportivi coinvolti. Seguiranno certamente nuove circolari che andranno a chiarire alcune questioni poco chiare.

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