Introduzione
La recente riforma dello sport ha portato significativi cambiamenti nelle regole che disciplinano i rimborsi spesa per le associazioni sportive dilettantistiche (ASD). Queste modifiche hanno l’obiettivo di rendere più trasparenti e tracciabili i rimborsi, fornendo allo stesso tempo maggiori tutele sia per i collaboratori che per le associazioni stesse. In questo articolo, analizzeremo le nuove normative, i requisiti necessari e come le ASD possono adeguarsi alle nuove disposizioni per evitare sanzioni e gestire in maniera efficace i rimborsi spesa.
Le nuove regole sui rimborsi spesa per le ASD
Le nuove normative introdotte dalla riforma dello sport del 2023 mirano a regolamentare i rimborsi spesa per le ASD, stabilendo criteri chiari e precisi. Queste regole sono state pensate per garantire una maggiore trasparenza nelle transazioni economiche delle associazioni sportive e per prevenire abusi o irregolarità. La riforma ha delineato chiaramente le differenze tra i volontari, che operano gratuitamente con l’eventuale rimborso delle spese sostenute, e i lavoratori che ricevono un compenso per le attività svolte in base al proprio contratto che possono in alcuni casi ricevere rimborsi.
Rimborsi per i collaboratori delle ASD
La riforma prevede regole specifiche per i rimborsi destinati ai collaboratori delle ASD. Questi rimborsi devono essere gestiti con attenzione per evitare che possano essere interpretati come retribuzioni mascherate. Come per tutti i temi di natura economica è fondamentale che tutte le spese siano documentate e giustificate.
Criteri di ammissibilità per i rimborsi
Per poter ricevere un rimborso i lavoratori sportivi devono aver sostenuto spese per una o più fra queste categorie:
- vitto e alloggio;
- viaggio e trasporto.
Le spese devono essere state sostenute esclusivamente nell’ambito di una trasferta in un comune differente rispetto a quello indicato nel contratto come sede di lavoro. Possono dunque essere rimborsate spese di trasferta per gare, eventi, manifestazioni sportive o missioni autorizzate al di fuori della sede di lavoro.
Il diritto al rimborso spese deve ad ogni modo esser stato deliberato anticipatamente dal Consiglio Direttivo e devono essere indicate le seguenti informazioni:
- natura delle spese che possono essere rimborsate;
- condizioni di ammissibilità (e.s.: solo per gare);
- limiti delle spese (deve essere indicato sia l’importo massimo che la classe di viaggio);
- ammissibilità o meno delle autocertificazioni sostitutive per piccoli importi.
Limiti d’importo per i rimborsi
Per i lavoratori dipendenti e collaboratori coordinati e continuativi, le regole di rimborso spese di trasferta sono regolate dall’articolo 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) e sono estese anche ai co.co.co.
Ai fini della determinazione della soglia di franchigia fiscale di €15.000 annui, stabilita per i lavoratori sportivi, i rimborsi spese che non concorrono alla formazione del reddito sono i seguenti:
- Indennità forfetaria di trasferta per vitto e alloggio: Fino a un massimo di €46,48 al giorno (€77,47 per trasferte all’estero). L’importo può essere ridotto se il datore di lavoro fornisce gratuitamente o rimborsa analiticamente una o entrambe le spese.
- Indennità chilometriche per l’utilizzo della propria autovettura, nei limiti delle tariffe ACI.
- Rimborso piè di lista per viaggio e trasporto: Il lavoratore deve presentare una distinta allegando i documenti giustificativi di spesa per viaggio e trasporto.
- Rimborso misto: viene riconosciuta un’indennità forfettaria per vitto e alloggio unitamente ad un’indennità a piè di lista per viaggio e trasporto.
Per le spese eccedenti i limiti sopra indicati o non documentate correttamente, queste concorrono alla formazione del reddito e non sono considerate esenti fiscalmente.
Rimborsi per figure diverse dai collaboratori sportivi
Per figure che non siano collaboratori sportivi o volontari, come ad esempio i direttori di gara, il rimborso è ammesso per spese effettivamente sostenute e documentate anche se l’attività lavorativa è stata svolta nel comune di residenza. Viene ammessa anche l’autocertificazione e il limite del rimborso è fissato a 300 euro mensili. Come per i collaboratori però deve esserci stata una delibera del consiglio direttivo sui termini per i rimborsi.
Generalmente non sono ammessi rimborsi di nessun tipo per la figura del presidente o dei membri del consiglio direttivo anche nel caso svolgano la propria mansione gratuitamente, non essendo considerati volontari. Il rimborso viene però concesso se oltre all’incarico di presidente viene ricoperto anche un ruolo tecnico (e.s.: allenatore).
Rimborsi per volontari sportivi
Uno dei punti salienti della riforma riguarda i rimborsi per i volontari sportivi. Questi rimborsi, che coprono le spese sostenute dai volontari nello svolgimento delle loro attività, devono anche in questo caso essere documentati con ricevute e scontrini, e non possono superare un determinato importo mensile. L’obiettivo è garantire che i rimborsi siano effettivamente legati a spese reali e documentate.
Con le modifiche introdotte dal Decreto Legge n. 71/2024 i rimborsi per i volontari hanno dei nuovi criteri di ammissibilità che riguardano anche le attività svolte nel proprio comune di residenza. Inoltre, è stata alzata anche la soglia mensile rimborsabile per riconoscere ulteriormente il valore dell’attività di volontariato nel settore sportivo.
Per approfondire l’argomento dei rimborsi per i volontari leggi l’articolo dedicato qui.
Benefici della nuova normativa
Nonostante le nuove regole possano sembrare restrittive, esse offrono numerosi vantaggi. Una maggiore trasparenza nella gestione dei rimborsi spesa può migliorare la reputazione dell’ASD, attirando nuovi soci e sponsorizzazioni. Inoltre, una gestione corretta e documentata delle spese può facilitare l’accesso a finanziamenti pubblici e privati.
per chi percepisce i rimborsi, sia per i collaboratori che per i volontari, il beneficio maggiore viene rappresentato dal fatto che le somme rimborsate non vengono incluse nel calcolo del reddito percepito (ma vanno comunque dichiarate). I rimborsi contribuiscono però al raggiungimento delle soglie di compensazione dei lavoratori dello sport e dunque al superamento delle soglie per l’esenzione fiscale e previdenziale.
Conclusione
Adeguarsi alle nuove normative sui rimborsi spesa per le ASD può sembrare una sfida, ma con gli strumenti giusti e una corretta informazione, le associazioni sportive possono trarre numerosi vantaggi. La trasparenza e la corretta gestione delle spese non solo evitano sanzioni, ma possono anche migliorare l’efficienza e la reputazione dell’associazione, creando un ambiente più professionale e attrattivo per soci e collaboratori.