Introduzione
Nel contesto delle società sportive, è fondamentale definire chiaramente le attività primarie e secondarie al fine di mantenere l’essenza dello sport come priorità assoluta. In questo articolo esploreremo l’importanza di distinguere tra queste due tipologie di attività e come la legge richiede l’inserimento di tali definizioni negli statuti delle società sportive. Inoltre, affronteremo un aspetto cruciale riguardante gli introiti delle attività secondarie e le possibili conseguenze in caso di superamento di determinate soglie.
Definizione di attività primaria e secondaria
Per garantire che le società sportive si concentrino sull’essenza dello sport, è necessario comprendere cosa costituisca l’attività primaria e quali siano le attività secondarie. L’attività principale di una società sportiva è strettamente collegata alle attività sportive e alle responsabilità istituzionali. Questo include la partecipazione a competizioni, l’organizzazione di eventi sportivi, la formazione e lo sviluppo degli atleti e la promozione dei valori fondamentali dello sport.
D’altra parte, le attività secondarie comprendono tutte le estensioni delle attività istituzionali. Ciò potrebbe includere l’affitto di campi sportivi a terze parti, la vendita di bevande o alimenti durante gli eventi, la commercializzazione di merchandise associato alla società sportiva e altre attività che non costituiscono il fulcro principale delle attività sportive. Pur essendo importanti per la sostenibilità finanziaria delle società sportive, queste attività non dovrebbero mai compromettere l’attività principale.
L’inserimento delle definizioni negli statuti
L’importanza di distinguere tra attività primarie e secondarie è sottolineata dalla legge, che richiede alle società sportive di inserire queste definizioni nei loro statuti. Questo obbligo legale mira a garantire che le società sportive mantengano il loro impegno primario verso lo sport e i suoi valori. L’inclusione di tali definizioni negli statuti fornisce una base solida per evitare deviazioni e garantisce una guida chiara per le decisioni aziendali.
Limiti degli introiti delle attività secondarie
Un altro aspetto da considerare è il limite imposto agli introiti derivanti dalle attività secondarie. Secondo la legge, questi introiti non possono superare il 30% delle entrate totali o il 66% dei costi sostenuti. Questo vincolo è fondamentale per evitare che le attività secondarie assumano una dimensione eccessiva rispetto all’attività principale, potenzialmente distorcendo la missione e le finalità della società sportiva.
Conseguenze della violazione dei limiti
La legge stabilisce che se i ricavi delle attività secondarie superano i limiti consentiti per più di due esercizi consecutivi, l’associazione sportiva rischia la cancellazione dal registro di Sport & Salute. Questa misura estrema serve a garantire che le società sportive mantengano una priorità chiara per l’attività principale e che le attività secondarie rimangano un supporto adeguato senza compromettere l’integrità sportiva.
Conclusioni
La distinzione tra attività primarie e secondarie è un elemento cruciale per le società sportive. Definire chiaramente queste due tipologie di attività negli statuti permette di preservare l’essenza dello sport come priorità assoluta e promuovere la trasparenza all’interno delle organizzazioni sportive. Allo stesso tempo, i limiti imposti agli introiti delle attività secondarie assicurano che queste non assumano una dimensione eccessiva rispetto all’attività principale. Rispettare tali regole è fondamentale per mantenere l’integrità sportiva e garantire la continuità delle società sportive nel registro di Sport & Salute.