Come diventare un giornalista sportivo? (Intervista)

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Abbiamo fatto qualche domanda a Ilaria, giornalista sportivo di successo e d’esperienza, che lavora nel settore comunicativo di Golee. Le abbiamo voluto chiedere qual è stato il suo percorso, cosa l’ha portata fino a lavorare per società sportive di massima serie e in ultimo cosa consiglia a chi ad esempio vorrebbe intraprendere la sua stessa carriera.

Ciao Ila, raccontaci un po’ di te: chi sei, cosa fai in Golee, cosa facevi prima di lavorare con noi?

Sono una giornalista e da 18 anni svolgo la professione nell’ambito sportivo.
In Golee mi occupo della comunicazione a 360°.

Parlando del tuo lavoro, che percorso di studi hai affrontato?

Dopo il liceo classico mi sono laureata in Scienze della Comunicazione all’Università Statale di Milano, successivamente ho trovato lavoro come semplice redattrice presso la testata giornalistica Sprint&Sport, un settimanale di calcio giovanile e dilettantistico in Lombardia Piemonte. Lì ho iniziato a scrivere articoli su partite di calcio provinciale e con il passare degli anni ho imparato il mestiere calcando campi di ogni categoria, dai Pulcini alla serie D, passando per la Primavera e le giovanili nazionali professionistiche.
Questi anni mi hanno permesso non solo di affinare le mie conoscenze pratiche in termine di stesura di articoli, inchieste, approfondimenti, cronache e interviste ma mi hanno dato modo di conoscere da vicino l’immenso panorama che il calcio dilettante in Italia offre: migliaia di giocatori, allenatori, addetti ai lavori ben lontani dal calcio di Serie A ma uniti tutti dalla stessa passione per il gioco più bello del mondo.
Dopo essere diventata Giornalista Pubblicista (il primo step necessario per entrare di diritto nella categoria – si ottiene scrivendo un certo numero di articoli all’anno, a seconda della testata, con una collaborazione retribuita di almeno 2 anni) ho svolto il Praticantato grazie al quale, infine, ho affrontato l’esame di Stato per diventare Giornalista Professionista. Questo ultimo “gradino” della piramide della carriera è un riconoscimento che ho voluto ottenere come soddisfazione personale senza dimenticare che, per esempio, se si vuole dirigere un quotidiano è necessario essere iscritto all’Ordine dei Professionisti, lo step da “Pubblicista” non è sufficiente. Per questo motivo l’esame di Stato che si svolge due volte all’anno a Roma è particolarmente ostico: concerne materie di ogni genere, dalla storia al diritto penale, dall’organizzazione sindacale passando per la deontologia professionale e altre importanti tematiche.

Qual è stato il tuo primo lavoro?

Il mio primo lavoro è stato nel settore dell’animazione turistica, nei villaggi vacanze.
Nel corso della tua carriera, è mai successo qualcosa che non capita tutti i giorni? Come ad esempio incontri con grandi campioni o eventi particolari a cui avevi accesso grazie alla tua professione?
Ovviamente la professione da giornalista sportiva ti permette di conoscere da vicino grandi campioni e di poterne conoscere meglio, oltre a quello professionale, anche il lato umano. Finora ho avuto la fortuna di conoscere e intervistare grandi colonne del calcio e dello sport nazionale e internazionale, senza contare che, seguendo alcune squadre di serie A da vicino, posso confrontarmi settimanalmente con i tecnici del nostro massimo campionato. Sicuramente una bella soddisfazione è aver potuto assistere alla “nascita calcistica” di grandi campioni di oggi come Balotelli o al più giovane Augello, tutti giovani che durante gli anni vissuti a Sprint&Sport ho avuto modo di seguire quando ancora non erano dei professionisti.

Se qualcuno volesse diventare giornalista sportivo come te, cosa dovrebbe fare per prima cosa secondo te?

Sicuramente dovrebbe studiare in ambito letterario per avere una solida base di conoscenze. Poi, accanto al necessario percorso di studi che consiglio a tutti di fare, potrebbe iniziare a cercare piccole collaborazioni con testate giornalistiche minori o per siti internet, che oggi spopolano on line. Partendo sempre dal presupposto però che per iniziare davvero a seguire il calcio professionistico a certi livelli è necessario arrivare a prendere il tesserino da Giornalista Pubblicista. Bisogna avere la consapevolezza che la classica “gavetta” è necessaria per raggiungere obiettivi importanti. La legge del “tutto e subito” non esiste, nel giornalismo come in ogni altro ambito lavorativo: bisogna essere consci che all’inizio tutti devono lavorare sodo per mettersi in luce e farsi largo in un ambiente molto competitivo, tra social, media tradizionali e carta stampata.

E cosa consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere questa carriera?

Di avere un grande spirito di sacrificio. Per affermarsi nel mondo sportivo si deve rinunciare ad alcuni aspetti della vita personale, come i week end oppure ad orari di lavoro “classici”. Lo sport, e il calcio soprattutto, non conosce vacanze, ferie o momenti di pausa e il giornalista deve vivere con il telefono sempre acceso ed essere sempre “sul pezzo”, pronto a stravolgere il proprio lavoro e i propri orari per arrivare per primo sulla notizia del giorno o sullo scoop inseguito da tutti.
Per fare questo serve passione, costanza, pazienza e soprattutto una buona dose di curiosità e faccia tosta: timidezza e eccessive pretese sono bandite, poi le soddisfazioni, però, arrivano.

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